A dispetto di un nome da classe differenziale, gli Hollywood Killerz di Torino spaccano davvero. Ci sanno fare e il glam punk lo maneggiano con la padronanza consumata di chi l’ha molto studiato, ma anche praticato e – perché no – vissuto.
Il piatto che questi rocker della Motor City piemontese offrono è dei più classici, ma non per questo meno gustoso o apprezzabile. Anzi, è un piacere ascoltarli, in tutto il loro fervore filologico e nella loro perfetta riproposizione di un genere quasi antico, ma sempre vivo e vegeto.
Non s’inventano nulla, dunque, ma bene così. Pensate alla progenie di rockettari stradaioli con animo punk che inizia coi New York Dolls e finisce con gli Hanoi Rocks; in mezzo metteteci anche i dinosauri come Motley Crue e Guns n’Roses, ma anche fantastici perdenti come Dogs D’amour, Motorcycle Boy e Demolition 23.
Risultato finale? Un bell’album che è intriso di anni Ottanta, di Sunset Boulevard, di sogni infranti sui banconi dei locali più fottuti di Los Angeles, di pompini nei cessi, di birra scadente… e di tutta la mitologia epica che circonda il rock’n’roll.
La maggior parte dei brani hanno riff noti, di quelli che potrebbero essere tranquillamente citazioni di citazioni, ma è una delle regole del gioco: il rock’n’roll si rigenera e si tiene in vita proprio autocitandosi e riciclandosi. Ovviamente per far bene questa roba ci vuole un po’ di talento e di gusto, e gli Hollywood Killerz dimostrano di averlo. Forse hanno qualche lieve caduta quando si immedesimano un po’ troppo nel lato glam metal e mettono in secondo piano la componente punk-stradaiola (come dire… i Motley Crue a me han sempre fatto cagare!), ma sono dettagli. E soprattutto questioni di gusto.
http://www.blackmilkmag.com/bm/2011/03/hollywood-killerz-dead-on-arrival-recensione/