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Still Intoxicated review on Black Milk Magazine

Riecco gli Hollywood Killerz, dalla Motor City sabauda. Il nome un po’ banalotto non vi deve fuorviare: loro non sono i Tigertailz o i Britny Fox al sapore gianduiotto (cioè, mi sa che lo sono stati ai loro esordi, ma l’aria è cambiata), ma piuttosto una band di street glam punk’n’roll cazzuta. Si muovono in coordinate musical-geografiche tra il Sunset Boulevard e il Manhattan Lower East Side. Se amate Dead Boys, Heartbreakers, Demolition 23, Hormones, Hanoi Rocks, Smack, i Vibrators più rock e i D-Generation, questo dischetto vi farà godere e non poco. Anzi, parecchio. In alcuni frangenti li trovo lievemente troppo glam per i miei gusti, ma il problema è che loro sono giovani(li), capelluti e con il look giusto… e per un signore come me, di mezza età, pelato e col fisico da roadie degli Skrewdriver dopo la seconda lobotomia, risulta difficile entrare al 100% in quell’universo. Ok: a parte le mie stupidaggini, bravi davvero.

Andrea Valentini

[Consigliato a: glam punx al bagnetto, figli illegittimi e legittimi di Michael Monroe, street rocker dalle buone maniere]

http://blackmilktemporary.wordpress.com/2013/05/03/the-wild-brunch-33-across-yourself-hollywood-killerz-the-neigers/

Still Intoxicated review on Slam!

A due anni dall’album d’esordio tornano alla carica i torinesi Hollywood Killerz e lo fanno in grande stile, il nuovo “Still Intoxicated” è infatti disponibile sia nel classico formato CD che in vinile (LP a tiratura limitata di 300 copie) e viene accompagnato dallo sfiziosissimo 7” “Trash Me”, disponibile in sole 100 copie.

La formazione ha subito alcuni assestamenti: con l’ingresso in pianta stabile di Blackie (ex-Deleeders) al basso, Dome è passato alla chitarra sostituendo il defezionario Juri e dietro le pelli troviamo il mitico Lollo (S.A.D, Francesco C, Dari), uno che in quanto a classe, potenza e voglia di divertirsi non teme confronti. Il lavoro è autoprodotto e distribuito da Area Pirata, inoltre con l’acquisto del vinile è disponibile un codice per il download digitale dei brani. Ancora li? Su su, correte a prenotarlo!

La formula è quella ormai consolidata di un glampunk tagliente ed abrasivo, la cui matrice sonica si sviluppa sull’asse New York-Stoccolma, non è poi così difficile cogliere i punti fermi cui la band volge lo sguardo da quando il buon Simone “Deadend” Parato si occupa della seconda chitarra: Dead Boys, D-Generation, Michael Monroe & Demolition 23, Backyard Babies.

Certo qualcuno potrebbe obiettare sull’originalità della proposta, ma per quanto mi riguarda sono convinto che il rock’n’roll, tanto più in queste sue derive cazzute e degenerate, non può e non deve essere “originale”, pena il rischio di diventare musica “altra”. La parola chiave per distinguersi nella straripante marea di band che negli ultimi anni ha inondato anche la nostra penisola semmai è “personalità” e direi che i ragazzi ne hanno da vendere.

Il sound rispetto al primo album è più aggressivo e domina incontrastata un’attitudine “straight in your face”, ‘sti cinque filibustieri picchiano duro e tirano dritti col vento in poppa, ma lo fanno dannatamente bene. Perfino un vecchio babbione come me, che dopo alcune tracce di “Total 13” dei Backyard Babies o del primo Hellacopters sentiva il bisogno di staccare, riesce ad arrivare tutto d’un fiato all’ultima nota con l’entusiasmo di un adolescente e sferrando calci come un mulo.

Le mie highlights sono “Tied To Please Me” che, forse anche per la presenza del Metius come special guest, fa tanto ultimi STP, “Your Skin Belongs To Me” e “Suburban Babe” (ancora con lo zampino del Metius), entrambe con un maledetto appeal da localaccio newyorkese e la maleodorante “Trash Me” (sarà l’affinità elettiva con il mio nickname ma sto pezzo mi fa proprio gongolare, soprattutto nella versione alternativa, con un inserto di sax suonato da….naaah….ancora Il Metius!).

Onestamente è difficile stilare una classifica, l’album si mantiene su ottimi livelli dalla tiratissima title-track a “Teenage Meltdown” che potrebbe appartenere al songbook di Sua Maestà Michael Monroe; dalla riuscitissima cover degli Stones “Rocks Off”, presente solo su LP alla decadente “I Like The Way You Knock Me Down”, con il ritornello più ruffiano del lotto, b-side del singolo e bonus del digital download, cantata a due voci con Kevin Preston dei Prima Donna. Non era facile bissare il risultato ottenuto con l’eccellente “Dead On Arrival”, ma a quanto pare i ragazzi ci sono riusciti. Ancora una volta: chapeau!

Gaetano “Trash69” Fezza

http://www.slamrocks.com/2013/05/02/hollywood-killerz-still-intoxicated/