Dopo una lunga e travagliata esistenza sotterranea, i torinesi Hollywood Killerz approdano al primo full-length album per la sempre più attiva logic(il)logic e partono con il piede giusto. In un mix che ci ricorda da vicino Backyard Babies, D-Generation e in qualche frangente i primordiali 69 Eyes di Wrap Your Troubles In Dreams prendono forma 13 canzoni immediate e di sicuro impatto. La prima metà del disco è efficacissima: “700.000” e “Grey Celebrations” sono arrembanti e si fanno notare per chorus super catchy e ottimi arrangiamenti, “Luxury Depression” ha una linea melodica davvero irresistibile, “Girs ® Dead” ha quel non so che di Hanoi Rocks e, diciamocelo, avere “quel non so che di Hanoi Rocks” è un buon punto di partenza qualunque sia il traguardo da raggiungere! È glam-punk della migliore specie, stradaiolo, lercio e condito da un’atmosfera grigia e decadente ma fiera, quasi a rispecchiare la Motorcity piemontese, luogo dove il dischetto in questione è stato concepito. La seconda parte del cd mette in luce alcuni momenti di stanca pur mantenendosi su livelli più che buoni, tra cui spicca la già nota “Lovecrash”. A fronte di una prestazione strumentale adeguata e delle lyrics più intriganti del previsto, l’unico vero neo di questo Dead On Arrival è la produzione che a tratti suona un po’ troppo casereccia e sminuisce alcune delle buone idee del quintetto. Fortunatamente la qualità delle canzoni fa la differenza e il disco resta comunque un ottimo prodotto, quindi che dire? Disperati e festaioli (per quanto possa sembrare impossibile far coincidere le due cose), gli Hollywood Killerz hanno trovato la giusta ricetta, ben bilanciata tra personalità e citazionismo, che riesce in alcuni casi a regalarci preziose perle di rock n roll. Bravi! Avanti così.
Silvano “P.I.Z.” Ancellotti